Home
Il programma
Temi
Materiali didattici
Calendario
Grand Tour
Staff
LABORATORIO DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA DEGLI INTERNI 2_ PROGRAMMA                          
   PIER FEDERICO CALIARI

SCARICA IL PROGRAMMA




LA DIMENSIONE PRIVATA DELL’ABITARE

  1. PROGETTARE UNA VILLA
  2. PROGETTARE UNO YACHT

Gli studenti iscritti al Laboratorio, saranno invitati a scegliere uno dei due temi progettuali proposti (villa oppure yacht), qui di seguito descritti.

TEMA PROGETTUALE 1. LA VILLA E LA FORMA
Oggetto del Laboratorio è una riflessione progettuale sull’architettura della villa. 
L’idea di villa è teoricamente e metodologicamente intesa come sintesi di tutte le proprietà e di tutti gli elementi specifici dell’architettura, progettabile alla scala controllata dell’interno domestico unifamiliare.
La tradizione storica e sociale della villa, a partire dai grandi esempi dell’antichità, passando per l’esperienza dell’Umanesimo fino alle più recenti declinazioni della modernità, definisce i contorni di un grande viaggio all’interno dell’architettura su misura, specchio di una individualità che giunge a decidere la forma e l’immagine di ogni elemento presente nel paesaggio della propria esistenza, e specchio di una socialità che si esprime nei rapporti di prossimità e di identità familiare. In sintesi, nella dimensione privata dell’abitare.
La villa sarà progettualmente declinata come casa-museo, cioè come complesso sistema di spazi articolati sulla base della presenza di collezioni d’arte contemporanea e archeologiche, in cui il rapporto tra pubblico e privato, tra luoghi introversi e luoghi aperti allo sguardo esterno, costituisce il vero principio ordinatore del progetto.
La villa-museo è collocata a Roma, nei pressi del Colosseo e della Domus Aurea.

Sotto il profilo teorico, il nocciolo di tale riflessione è costituito dalla forma, intesa nella doppia accezione di
a) forma_idea, cioè l’insieme strutturato e ordinato degli elementi che la costituiscono, e di
b) forma percepita, cioè la qualità delle proprietà figurative che si offrono all’osservatore.

In termini progettuali, con ciò si intende la relazione complessa e indeducibile tra spazio architettonico interno inteso come centralità assoluta, compresi gli oggetti e le attrezzature dell’abitare, la luce, le superfici che lo qualificano e il paesaggio in esso percepito (naturale o artificiale), e l’involucro architettonico esterno inteso come “carena”, cioè come dispositivo plastico percepito dall’osservatore esterno.

L’idea, alla base della sperimentazione progettuale è che lo sviluppo recente dell’architettura, abbia fortemente messo in crisi il concetto di continuità deducibile tra la forma dell’interno e la forma dell’esterno. Questo, se da una parte, intensifica l’autonomia dell’interno rispetto alla qualificazione dello stesso all’esterno, dall’altra crea una interazione “a distanza” tra forma interna e forma della “carena”.

Il progetto proposto agli studenti si confronta quindi con tre ordini di riflessione:
- La forma dello “spazio primario” (forma A).
- La forma della “carena” (forma B).
- La relazione formale tra forma A e paesaggio esterno, mediata dallo spazio interstiziale definito per differenza formale tra A e B.

METODOLOGIA PROGETTUALE E SVILUPPO PER FASI
L’atto fondativo coincide con la messa a punto di uno “spazio primario”, cioè uno spazio tutto interno definito:
- dalla sua architettura,
- da tutti gli oggetti in esso presenti (opere d’arte, arredi fissi e mobili, contenitori, sedute, rivestimenti e dispositivi di somministrazione della luce),
- dal trattamento delle superfici,
- dalla qualità dei materiali.
In sintesi, la triade lecorbusieriana spazio-oggetto-grafica espressa nella seconda prefazione al “Modulor”.

Si procederà poi con la carenatura dell’organismo primario interno, con il duplice obbiettivo di definire il rapporto plastico tra la villa e il paesaggio esterno, naturale e antropizzato, e tra lo spazio primario e la luce naturale. Il risultato sarà un complesso spazio interstiziale, un “between” tra lo spazio primario e la membrana della carena. Si tratta anch’esso di un interno, occulto e misterioso. Ma anch’esso abitabile.

Il progetto avrà una specifica declinazione, quella dell’Ego. Divus, che consiste in un agire progettuale che si sviluppa su un doppio binario: progettare per se stessi, progettare per il principe.
Operare internamente a questo dualismo, significa lavorare in una dimensione altamente personalizzata e, assieme, fortemente idealizzata, (vedi l’esempio del progetto della reggia del Principe Ottone I di Baviera ideata da Schinckel sull’Acropoli). 

INTERNI | DESIGN. ZOOMING SUL PRODOTTO D’ARREDO 
L’abitare “su misura”, con le sue declinazioni e interpretazioni legate al paesaggio di oggetti “one off” presenti nella villa, costituisce storicamente uno dei terreni di confronto progettuale dell’architetto che opera per se (e per il principe). Una realtà scomparsa dagli orizzonti della formazione dell’architetto che questo laboratorio intende ripristinare, riappropriandosi di un mestiere necessario per il controllo del progetto alla scala domestica.
L’esperienza progettuale assumerà quindi una dimensione integrale e porterà ad una riflessione sul disegno del prodotto d’arredo. Il ragionamento alla piccola scala avrà pertanto una ricaduta sulla progettazione di prodotti da realizzarsi con modelli in scala 1:1. Il riferimento metodologico sarà l’insieme di prodotti progettati e realizzati da Gerrit Rietveld nel quadro della sperimentazione operata da De Stijl negli anni ’20, e ancora oggi attualissima per quanto riguarda un approccio “minimalista” al prodotto d’arredo.

BIBLIOGRAFIA
Sulla Villa e sulla casa museo
Pier Federico Caliari, Tractatus Logico Sintattico. La forma trasparente di Villa Adriana, Edizioni Quasar, Roma, 2012.
Frank Lloyd Wright, Taylor Woolley (disegni), “Ausgeführte Bauten und Entwürfe von Frank Lloyd Wright”, Ernst Wasmuth Editore, Berlino, 1911. Oggi edito da Jaca Book, con prefazione di Vincent Scully, 1986
Andreoli A. (a cura di) Il Vittoriale degli Italiani. Skirà, Milano, 2004.
Tim Knox , Sir John Soane's Museum, London.  Merrell,  2009.
Sulla progettazione nautica
Massimo Musio-Sale, Yacht design. Dal concept alla rappresentazione, Tecniche Nuove , Milano, 2009
Barche, Mensile Internazionale della Nautica, Dicembre 2011. “Una questione di forma”, Intervista a Pier Federico Caliari.

TEMA PROGETTUALE 2. LO YACHT E LA FORMA DINAMICA
Il progetto di una barca, in questo caso uno yacht di 27 metri, è un processo complesso in cui convergono aspetti di eccellenza ideativa, produttiva, costruttiva, tecnologica e performativa. E’ un’esperienza solo in parte assimilabile a quella del progetto di un edificio, poiché contrariamente ad esso uno yacht è una struttura la cui condizione fondamentale è quella di confrontarsi con il galleggiamento e la navigazione. Non è una struttura statica, è una struttura viaggiante con prerogative non solo di abitabilità, ma anche di manovrabilità. In sintesi è una forma dinamica capace di trasformare il suo assetto e di disporsi a ricevere le sollecitazioni di diversa natura del mare.
Lo yacht design è da intendersi come insieme di saperi, competenze e processi organizzati intorno ad una ricerca sia scientifico-tecnologica che formale. E’ una disciplina declinata in una componente costruttivo-cantieristica legata alle performance e alla navigabilità, in una componente di stile e allestimento one off e in una particolarissima articolazione dell'architettura degli interni, che la rendono del tutto eccezionale sotto il profilo dell'esperienza della storia del Made in Italy.

Abitare il mare è il tema dell’esperienza progettuale. Comprendere la natura di una imbarcazione è il primo passo per portare gli studenti all’interno di un processo progettuale, fino a questo momento unico e originale nell’offerta formativa della Scuola. Acquisire le conoscenze di base di un mestiere è l’obbiettivo finale di un’esperienza conoscitiva che nel Laboratorio trova il suo start up.

Sotto il profilo della riflessione formale e di quanto espresso in precedenza con il concetto di “spazio primario” e con quello di spazio interno inteso come centralità assoluta, la progettazione di un’imbarcazione si porta dietro tutta l’esperienza propria dell’architettura basata sulla percezione dello spazio e della sua abitabilità nonchè sulla comprensione della forma carenata dello scafo e della compressione della sua sezione, attraverso il disegno sia dell’impianto generale sia del dettaglio, questo sì di primaria importanza.
Gli studenti che sceglieranno il tema dello yacht disporranno dei disegni costruttivi di una carena performante di 27 metri realizzata per una nota imbarcazione, il Leopard Sport Open costruito dai Cantieri Arno di Limite sull’Arno verso la metà degli anni Novanta (oggi Cantieri Leopard di Pisa).
Internamente a questo scafo e sopra di esso verrà sviluppata la progettazione degli spazi interni ed esterni seguendo i principi metodologici già espressi per quanto riguarda la progettazione della villa.
Dopo una prima fase a carattere conoscitivo, basata sull’esplorazione di casi studio della nautica contemporanea, si passerà alla progettazione originale della sovrastruttura e dell’interno dello scafo, che raggiungerà la scala del dettaglio, sia mediante la predisposizione di rappresentazioni bi-tri dimensionali sia mediante la realizzazione di un modello a “scheletro”.
IL GRAND TOUR
Il percorso conoscitivo dei temi proposti dal Laboratorio prevede anche la partecipazione (facoltativa) al “Grand Tour”, un viaggio di studio che avrà per oggetto la visita:
- alla location di progetto riferita alla villa, che è localizzata a Roma
- ad alcuni dei più significativi capolavori di architettura presenti sul territorio italiano in termini di architettura d’interni (musei e teatri) e di esempi costruiti di architettura della villa.
- ad un cantiere navale di importanza internazionale a Viareggio.

 

MODULO DI RILIEVO E RAPPRESENTAZIONE
Prof. Alessandro Bianchi

I contenuti del corso di Rilievo e Rappresentazione verteranno sul disegno a mano libera e assistito dello spazio costruito o progettato, attraverso esercitazioni tese alla percezione degli interni d'architettura. Sulla base delle conoscenze già maturate e sulle possibilità di sviluppo delle medesime, lo studente verrà chiamato ad esercitarsi sulle condizioni di reciprocità tra disegno in pianta, prospetto e sezione e disegno prospettico, in una logica concettuale che passa attraverso l'apprendimento dei rapporti proporzionali e delle misure sottese dello spazio architettonico.
Il riconoscimento degli elementi di base della rappresentazione nello spazio costruito sarà alla base di un programma di sviluppo delle capacità cognitive attraverso l'immagine colta, intesa come sintesi di un processo di memoria culturale dell'iconografia architettonica e dell'invenzione compositiva come ritrovamento in nuovi termini delle figure morfologiche di ogni tempo, senza pregiudizi di sorta. Simmetria, allineamento, traguardo, misura, proporzione, e la loro negazione attraverso la dissonanza congruente al contesto, saranno i termini con cui poter valutare le capacità di lettura percettiva dello spazio architettonico mediante il disegno che diventa metafora di significato.
Forma e contenuto sono termini nè conflittuali nè opposti nè consequenziali, ma innervati nella stessa carne che allegoricamente può essere il corpo intero, in cui gli arti non possono fare a meno degli organi e viceversa. Così il disegno e il progetto, come forma e contenuto, si fecondano in un unico corpo che è l'architettura. In tal senso le esercitazioni di disegno previste per il corso troveranno una loro logica solo in continuità con quelle progettuali, in un'esperienza unica e non propedeutica.
Le revisioni periodiche dei lavori di progetto permetteranno allo studente di maturare e affinare le proprie capacità figurative in un processo che, sotto il profilo metodologico, lo porterà ad esplorare anche differenti
tecniche rappresentative, dalle manuali alle assistite al computer.

Bibliografia
A. Bianchi, E. Invernizzi, M. Zigoi (a cura di), "Realismo oggi. Architettura dei piccoli centri", Alinea, Firenze 2011

 

MODULO DI SOCIOLOGIA DEL TERRITORIO
Prof.ssa Michela Semprebon

Il modulo di Sociologia del Territorio ha come obiettivo l’esplorazione del tema della casa-museo, a partire da una prospettiva sociologica dell’abitare. In particolare, il focus sarà sul conflitto nell’uso degli spazi, con attenzione alle pratiche e ai discorsi degli attori rilevanti: gli abitanti, i visitatori e le fondazioni/gli enti che ne gestiscono i flussi.

L’impostazione del modulo è di tipo laboratoriale. Coinvolgerà gli studenti, in piccoli gruppi, nello svolgimento di una breve esperienza di ricerca sul campo, presso una casa-museo di loro scelta. Alla fine del corso, gli studenti torneranno in aula e presenteranno il lavoro svolto, confrontandosi tra loro.

L’obiettivo del corso è di riflettere sulla progettazione in ottica sociologica, attraverso gli strumenti della ricerca sociale che permettono al progettista di avvicinarsi all’ utente con lo strumento dell’intervista per comprenderne al meglio l’esperienza, il vissuto quotidiano e le esigenze che ne derivano.

CALENDARIO INDICATIVO DELLE LEZIONI E BIBLIOGRAFIA

LEZIONE 1

  1. La casa-museo in ottica sociologica: introduzione sul modulo e sul lavoro di gruppo
  2. La sociologia dell’abitare e le connessione con la sociologia del territorio

Rif.      ‘Incontro con la città’ di Parker S. (2006). In ‘Teoria ed esperienza urbana’ Il Mulino: Bologna
‘Penser l’habiter, estimer l’habitabilité’ di Breviglieri M. (2006). Tracés nr. 23.
            ‘Tempo spazio identità’ di E. Corigliano (1991) Milano: Franco Angeli
‘Ideologie della casa. Contenuti e significati del discorso sull’abitare.’ di Tosi A. (1980). Franco Angeli: Milano

LEZIONE 2
La casa tra ‘House’ e ‘Home’. Seminario a cura di Pietro Palvarini, Ph.D. Urban and Local European Studies e Assegnista di ricerca presso l’Università di Milano-Bicocca, Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale.

LEZIONE 3
Gli oggetti negli spazi abitati. Seminario a cura di Chiara Rabbiosi, Ph.D. Urban and Local European Studies.

LEZIONE 4

  1. Le tecniche di ricerca qualitativa nelle scienze sociali: competenze di base per lo svolgimento di interviste.
  2. Lavoro di gruppo: elaborazione in aula delle tracce di intervista che gli studenti utilizzeranno per la ricerca sul campo.

Rif.      ‘La ricerca qualitativa’di M. Cardano (2011) Bologna: Il Mulino
            ‘La conduzione delle interviste nella ricerca sociale’ di R. Bichi (2007) Torino: Carocci
            ‘La ricerca sociale: metodologia e tecniche’ di P. Corbetta (2003) Bologna: Il Mulino

LEZIONE 5

  1. Restituzione del lavoro fatto dagli studenti e commenti sul corso.
  2.  

*** Il testo ‘La ricerca sociale’ di P. Corbetta è da intendere come lettura obbligatoria, secondo le indicazioni che verranno fornite dalla docente. Gli altri testi riportati sopra e quelli che verranno indicati dalla docente nel corso delle lezioni sono da intendere come letture facoltative. In caso di difficoltà di reperimento verranno messi a disposizione durante le lezioni.

 


 

EditRegion3